Ieri sono andato al Devero, una breve visita a trovare un parente in villeggiatura. Una giornata meravigliosa, il devero già di per se è un posto stupendo, ma ieri era di una bellezza abbagliante.
Peccato che abbia praticamente dovuto litigare per andarmene, nel senso che non volevano farmi uscire senza pagare il parcheggio. A una analisi superficiale uno potrebbe anche dire: "ma perchè non vuoi pagare il parcheggio?"
Ora vi spiego, la vita di chi ha una disabilità è normalmente molto più costosa e carica di quotidiane umiliazioni "sottotraccia", vi faccio un esempio su tutti: ogni 5 anni devo rifare l'esame della patente e chiedere un nuovo pass disabili, non sia mai che "guarisca". Non vi tedio con la quotidiana burocrazia e le varie assurdità che sono capitate a me come a molti altri...
Oggi capita che qualcuno decida che i disabili debbano pagare il parcheggio anche al Devero, e se è vero che potrebbero essere esentati dal pagare con un provvedimento del Sindaco se sostano nelle strisce blu, è vero che nulla è dovuto se il disabile sosta negli appositi stalli gialli appositamente dedicati. Sarebbe il caso che il minimo dell'accoglienza per chi già vive una condizione di disagio venisse recepito anche dal Sindaco Costa a Baceno... perchè se poi uno vuole accusare altri di non volere progetti che "avvicinano alle montagne" (e taluni non vogliono progetti faraonici con legittime motivazioni di tutela che non verranno certo sopite da ipotetici comitati di controllo magari stile MOSE di Venezia per esempio), dovrebbe fare almeno il minimo sindacale per avvicinare davvero alla possibilità di andare in montagna chi ha delle difficoltà, magari riservando a queste persone non già migliaia di posti gratis, ma almeno qualche stallo per dare un segnale di apertura (sulle eventuali strisce blu), ma certamente il minimo di legge negli appositi stalli gialli.
Sia poi chiaro, io non sono per "avvicinare le montagne", sono per rispettare le montagne, e anche le persone... e un parcheggio gratuito altro non è che una piccola forma di rispetto per le persone che vivono una situazione meno fortunata di altre