commento
eewee, i terun sono relativi. otre l'equatore, il mondo è rovesciato, il caldo sta a nord, il freddo a sud. pertanto, dipende da dove passa l'equatore, e di quale equatore si tratta. se questi sta tra parigi e berlino, allora chi sta peggio sono gli opposti, il sud europeo, a sud, il nord europeo, a nord. scherzi a parte, più si è lontani da quell'asse è più terun si è. lo sono gli irlandesi, l'inghilterra del nord, la scozia, l'islanda. gli antipodi, "meridionali" a questi, non li nomino, son fin troppo noti. ma non è una questione banale: il reale è razionale e il razionale è reale; meglio, la quantità è qualità, seguendo in entrambi i casi hegel. alla decadenza economica sempre si accompagna quella civile, e viceversa, nel breve e nel lungo periodo; oltre queste "durate" non sappiamo, né possiamo dire. ma se il sociale è il welfare, siamo a posto. su questo, credo sia meglio dire, anche uscendo dal tema, ma forse no, che l'articolo 18 è il "problema" vero. la crisi europea, quindi la lega nord italiana o svizzera, è crisi politica, non economica. si risolve con la politica, non con i tecnici. imporre il pareggio di bilancio anche nella costituzione, nel patto sociale, è follia pura: in soldoni, vietato indebitarsi, dunque vietato crescere. il debito è ricchezza, è sempre stato così. in cambio di un sociale "stabile", uno stato svaluta, e i conflitti divengono monetari, non sociali. ma questa europa non comprende. ognuno difende il suo piccolo paradiso. i padani dai meridionali, gli svizzeri dagli italiani. gli europei dagli africani. il razzismo è anche questo, il razzismo è conservazione, implosione. ma il razzismo è natura, non meravigliamoci. anche la cultura è natura. anche il digiuno. allora, esistono fenomeni naturali di varia specie e vario segno. il digiuno è un resistere, una varianza imprevista, un progresso. la cultura, l'idea, l'utopia; quella, in particolare che predica l'opposto del razzismo, la tolleranza e la condivisione, è cultura, è un opporsi, è un digiuno. ogni progresso, pur nel concreto ambito di natura, benché sia un resistere, il resistere di un progetto, di un movimento, avanza nella direzione dell'umanità, quella vera. noi siamo i nostri progetti, i nostri sogni. e questo noi, questo essere collettivo è bene, se comprende che il bene non è l'economico, il bene è il sociale. e poiché tutto è natura, allora tutto, direi io, è culturale, dipende solo da noi. di bossi o di bignasca, passato un decennio, non si ricorderà più nessuno. di questa natura, un giorno, spero, ci libereremo. ma non sarà facile alla prossima:-)
|