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Lu sindacu non risponde ...

Ho ricevuto una mail in cui mi si chiedeva di prendere visione del comunicato stampa che riporto nell'articolo, pare che a Verbania certe questioni etiche e sui diritti delle persone , non abbiano molta cittadinanza (e figuriamoci se un consigliere comunale verbanese si mette a dire o fare qualcosa senza essere "autorizzato"). Nella stessa giornata di ieri ho trovato il link che spiega il titolo del post, magari un sorriso aiuta a digerire anche questa.


Lu sindacu non risponde ...
Immagine 1
il messaggio che ho ricevuto è molto semplice, non serve nemmeno "colorirlo" , ed è questo:

Ciao Renato, come stai?
Ho scoperto che purtroppo tu non sei più consigliere a Verbania, peccato: ho girato questa lettera a sindaca, assessori ed in seguito anche a tutti i consiglieri comunali, ma ancora non ho ricevuto nessuna risposta.
La tattica al solito sembra essere quella di ignorare per non doversi giustificare. Però spiace che nemmeno le opposizioni vogliano scoperchiare questi pentoloni...
Se ci fossi stato tu, magari avremmo avuto un riscontro diverso. Cosa ne pensi?
Comunque, ricordo che avevi un blog dedicato principalmente proprio a Verbania, ho pensato che se quel blog è ancora attivo, magari potresti utilizzare tu questa notizia, se ti sembra opportuno


Non solo mi sembra opportuno che questo comunicato diventi una notizia e che la politica locale prenda una posizione (e che magari chi avrebbe dovuto NON ignorare il comunicato provi un minimo di VERGOGNA), ma con un po' di ironia vi mando al link per spiegare il titolo del post: "LU SINDACU NON RISPONDE" ... perchè i diritti civili non sono argomento di autocelebrazione mediatica, ma sono la quotidianità di una politica decente, pensateci al prossimo voto.

Uaar del VCO: scandaloso che il Comune di Verbania continui a foraggiare le scuole cattoliche che discriminano sulla base dell’orientamento sessuale
Il comunicato stampa:
«È passato un mese dall’Istruzione della Congregazione per l'Educazione Cattolica che mette nero su bianco, qualora qualcuno ne dubitasse, che le scuole cattoliche hanno la facoltà – e il dovere! – di sanzionare fino al licenziamento i dipendenti che nella loro vita privata non si attengono alla dottrina della Chiesa. Visto che non risulta che la sindaca Marchionini abbia preso posizione rispetto a queste discriminatorie statuizioni, ieri, 4 maggio, le abbiamo inviato una lettera e chiesto che vengano interrotti i finanziamenti comunali e revocate le convenzioni con le scuole private paritarie che non metteranno per iscritto l'impegno a non discriminare dipendenti sulla base di scelte di vita non coerenti con il catechismo ma pienamente libere e legittime in una democrazia liberale, come ad esempio convivere felicemente con una persona dello stesso sesso, sostenere l'accesso all'aborto e alla contraccezione o esercitare il diritto all'apostasia formale.
Attualmente il Comune di Verbania ha in essere una convenzione con le scuole private per l’infanzia (legata a una legge regionale del 2007 che prevede la possibilità di erogare fondi regionali alle paritarie, a patto che i Comuni si impegnino a fare altrettanto) che prevede lo stanziamento di un totale di 102450€ annuali a favore di 4 diverse scuole paritarie a orientamento cattolico. Questa convenzione risale al 2018 ed è valida fino al 31 agosto 2022.
Chiediamo pertanto alla sindaca Marchionini che non vengano rinnovate le convenzioni in essere verso quelle scuole che non si impegneranno a garantire la tutela dei diritti civili di insegnanti e dipendenti».
È quanto annunciato dal referente Uaar per la provincia del VCO, Luca Coppa, a seguito della pubblicazione, il 29 marzo scorso, dell’Istruzione della Congregazione per l'Educazione Cattolica “L'identità della Scuola Cattolica per una cultura del dialogo”.
«Niente di sorprendente, sia chiaro», precisa Coppa, «ma è inaccettabile che tali scuole ricevano centinaia di migliaia di euro l'anno da parte delle amministrazioni comunali. L’interruzione immediata dei finanziamenti e la revoca delle convenzioni a tutte le scuole private paritarie sarebbe il minimo sindacale da parte di un Comune che ha reinterpretato in maniera fantasiosa e clericale il concetto "senza oneri per lo Stato" stabilito all'art. 33 della Costituzione».



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