Parco ValGrande e il monografico sulla rivista "Montagne"
Oggi ero in baita a godermi un po' di solitudine , pioggia , fuoco e pane nero col lardo... Tanti i pensieri davanti al camino, e leggendo la rivista "Montagne" , col monografico sul Parco, tanti ricordi. Quest'anno sono 20 anni da quando per primo e unico ho fatto il "Sentiero Bove" con le stampelle (io non potrei farlo altrimenti).
Ovviamente del mio percorso nel '97 sulla rivista non c'è menzione, ma a questo link , in occasione di una commemorazione per la Zeda che ha visto produrre un semplice e pregevole libretto, troverete un mio breve racconto.
Non ho ancora finito di leggere tutta la rivista, per il momento posso solo dire che i racconti sono molto belli, le foto meravigliose, la cartina allegata eccellente ...e i ricordi che mi ha mosso commoventi.
Ma non è per nostalgia che ho deciso di fare questo post, anzi per prospettiva e futuro. A leggere oggi la storia del nostro territorio, ricca e piena di fatica e innovazione (abbiamo avuto la corrente elettrica ad illuminare Pallanza prima di Roma e la guerra ci ha segnati profondamente ... solo a titolo di esempio) , viene da pensare con gratitudine a tutti quelli che hanno visto lontano lavorando per il Parco che oggi abbiamo,e a considerare l'enorme fortuna che dovremmo saper valorizzare , nel comprendere le potenzialità che potremmo sfruttare, anche solo facendo riferimento agli interventi qualificati ascoltati l'altro giorno per i 150 anni de "La stampa".
La strada giusta a mio modestissimo parere la sta indicando l'associazione "Terre Alte Laghi", che ha un idea moderna di sviluppo che è "slow" ed in linea con i tempi, spero vivamente che la politica sia all'altezza del momento storico che stiamo vivendo.
Certo non posso dire di essere particolarmente fiducioso visto il clima politico in cui sono inserito e in cui mi adopero per produrre cambiamenti, ma devo dire che l'andare in montagna mi aiuta anche in questo, mi fa prendere le distanze da tutto e considerare con la giusta distanza tante delle cose che dopo una passeggiata e un po' di fatica appaiono sotto una luce diversa. Anche e forse soprattutto per questo ognuno di noi ha la possibilità di godere di una ricchezza che è un vero dono: il paesaggio.
Forse, se capissimo quanto questo è importante, ognuno di noi capirebbe che ha una responsabilità nel mantenerlo, preservarlo ma anche nell'utilizzarlo per produrre un reddito possibile per noi e per le prossime generazioni, io nel mio piccolo qualcosa ho fatto , e dopo di me altri hanno seguito il mio esempio... lo dico solo perchè questa è una piccola esperienza che messa nelle giusta scala e nella giusta rete, potrebbe muovere un economia anche significativa. Vabbè, senza filosofeggiare troppo, vi suggerisco di prendere il numero in edicola di "Montagne", poi magari vi aspetto da me in baita per un bicchiere di vino ;)