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Ho anche amici, e alcuni sono artisti :)

Ho promesso a Elisa che ogni tanto non vi avrei rotto le scatole con post politici, quale occasione migliore per proporre di venire a vedere presso WiP una mostra d'arte? L'articolo vi spiega tutto per bene e nella locandina le date e l'indirizzo, vi aspetto ;)


Ho anche amici, e alcuni sono artisti :)
Immagine 1
Seidimano nasce dalla passione di Iaia Filiberti per il gioco del burraco, che svolge online come una consuetudine quasi quotidiana da quasi quattro anni. Da qui la scoperta di un inaspettato e sorprendente incrocio di destini e di un mondo di fantasie.

Gli avversari si rappresentano in avatar che giocano realmente in un banco di prova misurato dai ranking, ma si assiste anche a una messa in scena delle parti. Come le carte, si nascondono e si rivelano, Iaia Filiberti usa foto del suo volto in bianco e nero, dal fascino iconico, che seducono l’occhio di chi guarda come il gioco seduce il giocatore. Ma c’è un legame che opera

lungo tutta l’opera e tiene insieme i dittici tra loro e tra di loro, cuciti da un filo visibile come traccia di lettere, un ricamo di parole. Sono le frasi tratte dall’opera Il giocatore di Fëdor Dostoevskij, opera scritta dall’autore proprio per sanare i suoi debiti di gioco creando un transfer tra la realtà della vita e la finzione dell’opera che viene vissuto anche dalla artista stessa.

Iaia Filiberti è coinvolta passionalmente, essendo lei stessa una grande giocatrice, ma lo è anche in senso fisico perché mette in gioco se stessa all’interno dell’opera, con il suo viso magnetico e cinematografico

capace di esprimere tutti i colori delle emozioni, riuscendo a sedurre l’occhio di chi guarda come il gioco seduce il giocatore e come l’arte seduce l’uomo.

Seidimano è un’opera d’arte “aperta”, perché si può leggere a più livelli; è la storia di un combattimento tra l’artista e Fëdor Dostoevskij, tra l’arte e la realtà, tra il mentale e il carnale. È un corteggiamento che provoca e

turba, perché esplora i limiti dell’immaginario e delle pulsioni erotiche.


Il lavoro consta di cinquantaquattro dittici facenti parte di un’ unica opera, composta da audio e video installazioni. L’ospite sarà invitato ad una sofisticata e voyeuristica caccia al tesoro alla ricerca delle miniature di Iaia e sarà, così, ammesso a sbirciare nel privato del privato dell’artista.

Questo lavoro, che ruota intorno alla stessa personalità dell’artista, affronta e approfondisce tematiche psicologiche e sociali in una difficile tensione tra l’ego autoreferenziale e lo svelamento della innata fragilità dell’essere umano. Del resto, se da una parte l’arte, per Filiberti, è un potente ed eccitante antidoto alla difficoltà del vivere, dall’altro questa dimensione del vivere resta, per tutti, una eterna rischiosa scommessa.


Un nuovo lavoro, l’intervista video dal titolo Il Giocatore Charlie, completa questa personale.



Mondadori Electa pubblica nel novembre 2017 Seidimano, un volume bilingue che raccoglie le immagini della mostra della poliedrica artista contemporanea, ispirata alle sottili dinamiche del gioco di carte, che diventa gioco di seduzione e di vita: “Voi dovrete assolutamente continuare a giocare con me e, s’intende, lo farete”.



Completano il volume una serie di testi di efficace contributo al forte simbolismo dell’opera redatti da:

Giuseppe Vitiello (professore ordinario di fisica teorica) Ma davvero importa?

Marina Mojana (storica dell’arte) Siete matta! E la Regina tacque

Enrico De Sanctis (fotogiornalista) Quando l’arte del gioco diventa vita ed il gioco della vita diventa arte

Chiara Rostoni ed Emanuela Mirabelli (photoeditor) L’azzardo del volto





Iaia Filiberti

vive e lavora a Milano. Laureata in Giurisprudenza, compie la sua formazione artistica presso l’Accademia delle Belle Arti di Bruxelles.

Utilizza mezzi espressivi eterogenei passando con disinvoltura dal disegno,

al video, all’installazione. Dal 2000 sono molte le sue mostre collettive e personali a livello internazionale. Nel 2004 pubblica Pepita (Salani editore) e nel 2010 Framed (Charta).





Testo di Fëdor Dostoevskij

Foto di Alberto Tedeschi



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