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Una buona idea con molte criticità

Lunedì ho partecipato alla serata organizzata dal PD su programmazione e pianificazione strategica. Serata molto partecipata con luci ed ombre.


Una buona idea con molte criticità
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"Super Comune" mi sembra eccessivo, ma definire la serata il tentativo di fare buona politica mi sembra appropriato. Una serata con luci ed ombre, non poteva essere diversamente visto il tema così impegnativo.
Iniziamo dalle "luci": è sicuramente positivo, molto positivo, che la politica intesa come "visione" ricominci a essere "frequentata" dagli amministratori, forse sono io prevenuto, ma è da tempo che non vedo spazi per discutere di futuro.
La storia del nostro territorio dimostra che quando la pianificazione è fatta ed è condivisa i risultati arrivano. Ma la stessa storia locale ci insegna che quando cambia il colore politico di una o più amministrazioni, la pianificazione rallenta o si ferma, questo perchè e con che rischi?
Questo avviene perchè (ed è una mia opinione non un fatto incontestabile ovviamente) se si cerca di pianificare strategie di lungo periodo e lo si fa da una posizione "di parte", quando non c'è la "filiera di comando" della propria parte politica tutto si blocca, muore.
Il merito della serata, personalmente lo attribuisco alla spiegazione fatta in particolare da uno dei relatori che ha raccontato la storia di alcune pianificazioni fatte sul nostro territorio ed i benefici che hanno portato.
E' dagli esempi che si capisce al meglio che i concetti di cui si vuole trattare hanno risvolti molto pratici. Ho trovato interessante l'intervento del Sindaco di Omegna che ha spiegato in poche parole il rischio ideologico che si corre nel trattare questi temi, ovvero se si approccia la pianificazione con un idea "preconfezionata", è possibile pesare gli elementi di analisi in modo diverso, non scientifico (le idee vicino alle mie vanno bene le altre no), e ormai il contesto è tale per cui le persone ragionano in modo molto "libero" da schemi.
Per quanto concerne le criticità e gli elementi di riflessione, propongo i seguenti:

1- stante "i principi" evidenziati nel documento del PD sul piano strategico, mi è parso che alcuni amministratori non fossero molto "sul pezzo" (tema superabilissimo, ma bisogna volerlo)

2- l'utilizzo forse eccessivo di terminologie inutili come "conurbazione" . Il linguaggio è fondamentale se si vuole avvicinare davvero molti soggetti alla pianificazione, e la sottovalutazione di temi paralleli ma messi sul tavolo (da Borghi per esempio) , come il Parco Nazionale della ValGrande, che potrebbe dare un significato più ampio alla progettazione strategica e centrare relativamente poco con la "conurbazione".

3- mi si perdoni l'ardire del suggerimento, ma a certe riunioni si tolgano i cellulari ai "pezzi grossi", altrimenti il rischio è di trattare temi così importanti con sufficienza, e come ci hanno ricordato relatori molto qualificati, un progetto così importante e impegnativo parte se c'è una forte condivisione.

4- In ultimo, visto che proprio durante la serata è stato ricordato che col cambio di "colore politico" i progetti si fermano, forse sarebbe il caso di provare a pianificare superando certi ostacoli, quindi sarebbe bello che chi ha lavorato per far partire questa bella idea, sappia lavorare per fare in modo che cammini senza bandiere.



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