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Ci vuole coraggio: il "caso Borghi"

Ci vuole coraggio per prendere posizione così, una posizione contro un sistema che sempre più raramente è equo e sempre più spesso sta dalla parte del potere a prescindere. Per questa ragione riporto integralmente un documento arrivatomi da un gruppo di cittadini che difende i diritti della persona investita dall'On Borghi.


Ci vuole coraggio: il "caso Borghi"
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Incidente di Pierre, investito dall’On. Borghi: per la Procura il caso è da archiviare.



Il Comitato si è costituito a supporto di Reine Basse, Sorella di PierrIl 7 di gennaio 2017 alle 15.25 è successo un grave incidente sulla via provinciale a Candoglia. Un
'Range Rover' guidato dal Sindaco di Vogogna e parlamentare On. Enrico Borghi investe un
pedone, Pierre Basse di origine senegalese con permesso di soggiorno e residente a Vogogna. Lo
scontro è stato così violento che la vittima ha riportato lesioni gravissime al cervello: Pierre non
riesce più a muovere braccia e gambe, non può parlare, non può mangiare.
Dopo 10 mesi dall’incidente una contraddittoria perizia che avrebbe dovuto ricostruire la dinamica
dell’incidente occorso a Pierre, viene integralmente accolta dalla Procura di Verbania, che dichiara
senza dubbi: è tutta e solo colpa di Pierre.
A noi, comitato “Amici di Pierre”, con l’Avvocato Giuseppe Bellanca, dell’Associazione Vittime
della Strada, l’onere di controbattere entro 30 giorni.
Non ci siamo riusciti: la Procura non ha preso in considerazione le nostre valutazioni tecniche, e la
pratica è stata archiviata dal Tribunale di Verbania.
I fatti sono questi.
Si parte dalla dichiarazione della testimone che dice di aver visto un ragazzo “tuffarsi” davanti alla
macchina dell’On. Borghi. Una descrizione dei fatti che si può tradurre solo con due ipotesi:
a) il ragazzo ha cercato il suicidio buttandosi sotto l’auto
b) il ragazzo, vista improvvisamente l’auto arrivare, ha tentato istintivamente un tuffo per
evitarla.
La prima è, di fatto, la versione dell’On. Borghi, che è anche quella esposta fin da subito sulla
stampa locale.
La Procura ha adottato, nei fatti, proprio questa prima versione, spostando tutta la responsabilità
su Pierre, che però non ha potuto dare la sua versione, visto lo stato in cui si trova.
Ma Pierre non aveva nessuna intenzione di suicidarsi. Era molto felice della nascita imminente del
suo primo figlio, di cui parlava con tutti gli amici e con la moglie a cui telefonava ogni giorno.
Certo, in questo modo la Procura chiude la pratica e si libera anche di una serie di problematiche:
in primo luogo la giustificazione di un comportamento non impeccabile della Polizia Stradale e,
ancora peggio, una perizia cinematica approssimativa e non sufficientemente approfondita. Gravi
sono infatti le mancanze in fase d’indagine, partendo dall’operato della Polstrada per finire alle
risultanze espresse nella perizia:
 Non si è riusciti a stabilire la distanza tra urto e punto di caduta del corpo perché “il veicolo
è stato spostato dallo stesso On. Borghi”. Dunque non è stato possibile calcolare (come
avviene di solito) la velocità dell’automobile al momento dell’impatto. È stato quindi dato
per certo quanto affermato dalla signora testimone, che in maniera apodittica ha dichiarato:
“il Borghi andava a velocità moderata”. Non proprio un metodo “oggettivo” di indagine.

 L’auto è stata incredibilmente lasciata nella disponibilità dell’investitore per ben 20 giorni,
prima che venisse deciso di operarne il sequestro per le analisi del caso.
 Non è stato effettuato l’alcool test a Borghi, perché la macchinetta del test era rotta: data la
gravità dell’incidente, non sarebbe forse stato il caso di accompagnare l'On Borghi in
ospedale per gli opportuni accertamenti?
 Non è stato neppure possibile sapere se l'On. Borghi (la cui patente era oltretutto scaduta
da 10 mesi) fosse stato distratto alla guida, magari perché al telefono (evento non
impossibile, data l' attività di politico e le numerose telefonate che, probabilmente, effettua
e riceve quotidianamente). Incredibilmente, non è stato disposto né il sequestro del
cellulare né sono state effettuate le verifiche sui tabulati telefonici della sua utenza.
 Il fatto che il bacino di Pierre fosse rotto sul lato destro e non sinistro avrebbe dovuto
indurre la Procura ad esaminare più accuratamente la dinamica del presunto “tuffo”, al
fine di verificarne la compatibilità con un gesto autolesionistico. Questo anche alla luce
del fatto che il Perito (e quindi la Procura) sostengono che Pierre camminasse nel senso di
marcia dell’auto, comportamento vietato dal Codice della Strada. La Testimone, in questo
caso, si è espressa diversamente, avendo dichiarato che Pierre “andava avanti e indietro e
cercava di parlare con lei “.
L’Onorevole Borghi, oltre che parlamentare di tutti noi del VCO è anche il Sindaco di Pierre (che
risiede a Vogogna). Eppure non è andato mai neanche a trovarlo.
Attualmente, dopo varie peregrinazioni, Pierre è ricoverato in una adeguata struttura a
Fontanellato (Parma) dove, grazie alle efficaci terapie, ha registrato un lieve miglioramento ma
dove però purtroppo non potrà rimanere a lungo.
La cosa più grave è che ancora non si è riusciti ad ottenere per la giovane moglie di Pierre, che
vive in Senegal e che ha appena dato alla luce un bambino, o a un altro suo parente di avere un
visto umanitario per accudire Pierre che necessita di continua assistenza, anche riabilitativa.
A tutto ciò si aggiunge adesso questa archiviazione del Tribunale di Verbania, che rende sempre
più sottili le speranze di avere almeno un ristoro economico per Pierre e la sua giovane famiglia.
Ma non ci arrendiamo. Riprenderemo la battaglia legale sul piano civile.

Comitato “Amici di Pierre Basse” - Verbania 4 Marzo 2018

Il Comitato si è costituito a supporto di Reine Basse, Sorella di Pierre Basse, residente in Francia.
A livello locale il contatto è possibile scrivendo alla e-mail: amicidipierre@gmail.com




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